lunedì 8 ottobre 2012

La vita di un sognatore.

Urca, che assenza!
E' colpa degli esami le cui date si accavallano e creano un grumo nella linea del tempo, un concentrato di giorni in cui sei completamente occupata - anche quando non studi - a pensare agli esami. Fortunatamente questa sessione ha portato bei risultati, oltre alle solite paranoie esistenziali...
Comunque sia, la volta scorsa vi parlavo de Le notti bianche di Dostoievski.
Non pensate alla solita polpetta pesante, suvvia. Certo il linguaggio è bello alto, e se non hai vissuto sulla propria pelle certe esperienze, ti sembra che l'autore si faccia delle pippe mentali assurde... il che non è poi tanto sbagliato in fin dei conti. Ma queste "pippette" fanno davvero parte dell'animo umano. Sono così concrete e tangibili che le parole utilizzate mi hanno spaventata.
Ti ci riconosci, ti ci immergi - nelle parole intendo. Ti commuovi nel pensare che allora non sei solo a questo mondo, non sei la pecora nera, l'eccezione, c'è un intero gregge di gente singolare e senza padrone... un gregge che non sa condurre la propria vita e cerca le risposte dentro di sé. Puntualmente, non si trova mai una risposta adeguata, una chiave per aprire la grande porta che ci conduce alla felicità.
E allora cerchi, e scavi con le unghie così in profondità da non capire più fin quando potrai continuare a farti del male dall'interno.
Ci si sabota da soli. E questo fa ancora più male.
Ci si chiama sognatori, perché della realtà non hai ancora ben capito cosa fartene.
Non sai adeguarti ad essa e vivi dell'insaziabilità della tua immaginazione, sempre ferventemente immersa in un turbine di pensieri che fanno più male che bene... ma come farne a meno?
E allora ti senti sola. O almeno incompresa.

Allora sai cosa devi fare?
Prendi questo libro, aprilo e leggilo. Qualcosa di te, dei tuoi pensieri inespressi, inevitabilmente lo troverai. E allora capirai che infondo siamo tutti in cerca delle stesse risposte. Semplicemente noi siamo i "prescelti" che le cercano in maniera errante e infelice. Ma prima o poi, spero che tutti noi troveremo la nostra strada maestra. Nàstenka!

L'opera conta meno di un centinaio di pagine, abitate da soli due personaggi. Questa storia non è propriamente una storia, ma sono racconti di un vissuto interiore, di un non-vissuto per l'inadeguatezza di una persona quadrata in una vita troppo tonda. Lo stile può risultare un po pesante, e siccome i concetti sono astratti e si inerpicano nella descrizione di sensazioni del profondo, è inevitabilmente abbastanza articolato. Sembra che i discorsi siano stati buttati giù tutti d'un fiato sulla carta.
E' una lettura estremamente consigliata a chi cerca di spiegarsi qualcosa di sé.
Vi lascio con un estratto significativo (almeno per me).


[...] perché mi vengono talvolta dei momenti di una tale angoscia, di una tale angoscia! Perché comincia già a sembrarmi in quei momenti che non sarò mai capace di cominciare a vivere una vita vera, perché già mi è parso di aver perduto ogni tatto, ogni fiuto per il reale, il presente; perché, infine, ho maledetto me stesso; perché dopo le mie notti fantastiche mi vengono quei momenti di lucidità che sono orribili! Intanto senti come intorno a te strepiti e si aggiri nel turbine della vita la folla umana, senti, vedi, come vivano gli uomini - vivono nella veglia, vedi, che la loro vita non è interdetta, che la loro vita non si dissiperò come un sogno, come una visione, [...]
[...] perché tu diventi pure adulto, esci dai tuoi ideali di prima: essi vanno in polvere, in frantumi; se poi non c'è un'altra vita, ti tocca di costruirla con quei medesimi frantumi. E intanto l'anima chiede e vuole qualcos'altro! E invano il sognatore rovista, come nella cenere, fra i suoi vecchi sogni, cercando in quella cenere almeno una favilla da rianimare col soffio, per scaldare col rinnovato fuoco il cuore intiepidito e risuscitare in esso tutto ciò che prima era così caro, che toccava l'anima, che faceva fervere il sangue, che strappava le lagrime dagli occhi e ingannava sontuosamente!

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