lunedì 24 settembre 2012

Ciclo i Grandi Classici

Può sembrare piuttosto scontato recensire un classico, come del resto descriverne la trama, i pregi, i difetti, e l'importanza secolare dell'autore. Sono d'accordo. Infatti, con questo mio post intendo raggrupparne almeno quattro e di descrivervi brevemente le mie impressioni personali sul loro conto. In maniera molto schietta - senza fronzoli e riverenze - e cercando di non dire le solite frasi trite e ritrite su questi titoli proposti e riproposti da tutti.


Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen
Un vero capolavoro. Chi se lo sarebbe aspettato che sin dalla prima pagina di un'opera datata 1813 avrei ridacchiato dell'umorismo di Mr.Bennet? I famigliari di Lizzie, anzi no, tutti i personaggi da lei incontrati, sembrano far parte del nostro mondo, del nostro secolo. Certo, non ci sono propriamente gli stessi usi e costumi di stare in società, ma i personaggi presentano personalità molto realistiche e fatti facili da contestualizzare nel presente. C'è dunque sagacia, acutezza, dicerie, fraintendimenti, pragmatismo, sarcasmo, e quanto di più vero e coinvolgente ci possa essere nella storia di una giovane donna che sta al mondo. Non lasciate dunque intimidirvi dal periodo storico, e ancor meno stereotipate la trama... Sono certa che il romanzo conquisterà chiunque si dia occasione di leggerlo. Le vie da percorrere nella vita sono tante, spesso si intrecciano ad altre o percorrono viaggi paralleli, altre volte sembra che si staglino a miglia e miglia distanti dalla meta, e ci si sente sempre più soli, al punto da tornare indietro... Un pregiudizio altri non è che un giudizio affrettato e debolmente fondato su di una cosa. Ci vorrebbe meno orgoglio per ritornare sui propri passi, sulle proprie opinioni. Ma la domanda è... chi ha peccato di troppo orgoglio, e chi di pregiudizio?
voto: 5/5

Il ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde
Il messaggio e le riflessioni che vengono lasciate da quest'opera sono decisamente interessanti. Nonostante ciò, non mi ha conquistata del tutto. Che dire, è stata senz'altro una lettura piacevole, ma ad un certo punto sembrava l'elenco della lista nozze: gioielli, zirconi, arazzi... i vasi da notte, l'autografo di Lady Gaga, l'iphone5, la borsa di Fendi, eccetera, eccetera. Avete capito, no? La storia presenta numerosi spunti riflessivi, davvero pregiati, notevoli, ma che non mi fanno dimenticare la parte di mezzo dell'opera del bel giovanotto che comincia ad assaporare avidamente ogni forma di materialismo, ogni elemento del buon gusto e del piacere estetico. Il finale, come molti ben sanno, è d'impatto. L'inquietudine che riaccende i neuroni del lettore è davvero un toccasana per tirare su di morale a chi come me si stava avvilendo con la mania dello shopping del protagonista.
voto: 3/5

 Cime tempestose di Emily Bronte.
Spinta dal romanticismo struggente del film, ho pensato di potermi struggere ancora attraverso il romanzo. Be, a struggermi mi sono strutta... ma non è una cosa positiva! Al di là della delusione di un'eroe tanto malvagio da non aver pietà per niente e per nessuno - compresa la sua Catherine - al punto di convincermi che Heathcliff incarni il diavolo, in quest'opera nota per le atmosfere inquietanti determinate dalla psiche umana, ad appesantire già il bel quadro tematico, vi è la forma. Ultra descrittiva sull'ambiente, i campi, l'erba... i sassi, le formiche, gli sputi a terra... Okay, Okay. Torniamo seri. E' vero che il titolo fa un certo all'ambiente, ma la storia risulta morbosa sia nei sentimenti dei personaggi che nel richiamo alla natura. Decisamente migliore è la storia - mai raccontata sul grande schermo purtroppo - della seconda generazione dei tre fratelli. Una storia che si muove per opera di Heathcliff, l'ultimo sopravvissuto dei suoi disgraziati fratellastri. I figli di questi idioti, che non hanno fatto altro che disseminare odio e averne patito altrettanto per opera di loro stessi, hanno modo - seppure in maniera traballante - di riscattare l'opera. Essi sbagliano, ma si pentono in quanto pedine di un piano superiore, facendo ammenda dei loro errori. Meno male! 
voto: 2/5

Jane Eyre di Charlotte Bronte.
Una vera rivelazione che merita più attenzioni rispetto alla precedente opera di sua sorella. Probabilmente non avrà "fatto storia", ma indubbiamente la suddetta opera è oggettivamente magnifica. Una protagonista pensante, colta da mille dubbi su ciò che la circonda perché, per quanto si possa esser coraggiosi e intelligenti, ci sono certe circostanze che finiscono per sommergerci al punto da lasciare un segno su di noi. Un segno su una ferita già aperta sin dalla triste infanzia. Un segno che ti perseguita nonostante provi a cambiare vita e ti immerga lontano dal luogo dove hai lasciato il tuo cuore. Un luogo che fa male quanto i ricordi ad esso collegati. Charlotte, per quanto descrittiva, non risulta per niente noiosa o prolissa. Non vorresti prendere mai a testate la sua modesta eroina, che non risulta pesantemente piagnucolosa, e ama in maniera timida e gentile. Per quanto abbia un atteggiamento dimesso mantiene in maniera pacata la sua dignità. E per quanto soffra fino alla disperazione, stringe a se le redini della propria vita, di modo da tirarsi su, per quanto sconfitta possa essere.
voto: 5/5


I qui presenti titoli sono editi da numerose case editrici. Sono opere così note e così notevoli nella storia della letteratura (inglese) da esser passati - chi più chi meno - alle stampe di numerose grandi case editrici. Una in particolare, la Giunti Editore, ne ha creato una collana dal formato medio-piccolo, prezzo conveniente con tanto di note nei punti giusti, rilegatura resistente e aspetto accattivante - le cover infatti, fanno uso di immagini che attirano lo sguardo, specialmente alcune che richiamano i film ispirati ad essi.

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