sabato 14 aprile 2012

Inizio così.

"Dondolo. Se mi guardi non si vede ma io dondolo. Mi dondolano dentro le ossa, il sangue, la linfa e la maggior parte delle cellule. Ogni parte del mio corpo è impilata sull’altra come un castello di carte. Quando tempo riuscirò a rimanere in piedi? Ho guardato per terra, poi verso la porta. Dovevo aspettare. Ora dovevo restare calma. Tu eri sparito ma sapevo che ti trovavi da qualche parte in questa scatola di cemento e avevo paura del momento in cui ti avrei visto perché tutto sarebbe stato diverso. Non saremmo stati più io con te, ma io e te. Sarebbe andata così. È l’imbuto che si strozza e ora o passi tu o passo io."
Un uso qualunque di te, di Sara Rattaro.
(Giunti Narrativa, 208 pg, € 12.00, dal 14 Marzo 2012)


Apro il pacchetto giallo rivestito internamente da carta-bollicine, e al suo interno c'è un volume dal formato medio (non di quelli pocket o finti tascabili voluminosi), un libro dalla sovraccoperta bianca su di cui è disegnata una figura femminile. E' alta e scura, e nonostante lo sfondo nettamente chiaro, la sua immagine è sfumata e grezza. Ha i capelli scarabocchiati e il cuore bene in vista. Rosso. L'unico colore vistoso della copertina. Si capisce da subito che la sua storia, la storia della donna raccontata all'interno del libro, non è facile, non è linda, non è spensierata. Una sottilissima linea parte dal cuore e si congiunge ad un cuoricino esterno ad ella. Il titolo - 'Un uso qualunque di te' - lascia presagire che quella che sto per leggere, è una storia al quanto tormentata; lontana dalle favolette d'amore, di quelle pure, prive di malizia ed egoismo.Do un'occhiata alle prime pagine e noto sin dai primi righi che la lettura risulta rapida e scorrevole. Mi dico che inizierò col leggere il primo capitolo e poi lo continuerò domattina, di buon ora. E invece finisco per divorare una pagina dietro l'altra dicendomi "Un altro pezzetto ancora. I periodi sono brevi quindi non lascerei la narrazione in sospeso...".Insomma, di buona penna, l'autrice Sara Rattaro riesce ad entrare nel vivo del racconto già da subito, incollandoti alle pagine, di cui avidamente vuoi scoprire tutto quello che hanno da dirti. L'inizio mi ha colpita. Non sapevo chi fosse la narratrice ne a chi si rivolgesse. Nemmeno il tempo di riflettere sui miei dubbi, che il quadro del racconto si disegna frase dopo frase. Non ci si perde in descrizioni inutili o premesse noiose. La storia di Viola inizia quella sera, la sera in cui un evento - non sto ad anticiparvi quale - scuote la sua esistenza vissuta in maniera passiva e critica, quasi da esterna. L'evento che le giunge improvviso come uno schiaffo e le ricorda d'esser la protagonista. L'evento che le tiene stretta il collo e le ricorda le sue colpe, le conseguenze dei suoi gesti e... stavolta, le impone di agire!In questa singolare storia d'amore - che alla lontana mi hanno ricordato altri bei romanzi, 'Non ti muovere' della Mazzantini e 'Va dove ti porta il cuore' della Tamaro - ci vien mostrata l'altra faccia delle relazioni sentimentali. Non quelle magiche, da sogno, che scivolano lisce se non per i dissidi di terze persone. Non quelle in cui ciò che accade non è intenzionale ed è tutto frutto di buoni propositi... Bensì, questa è la storia di un'essere umano, Viola, che sbaglia, e che come essere umano chiede d'esser compreso. Non accettato, non giudicato, bensì capito. Ci si immerge nella sua vita attraverso svariati flashback che si alternano alle vicende di quella fatidica sera in cui la sua vita e quella della sua famiglia cambierà...La fragilità della nostra protagonista è facilmente condannabile ad un occhio superficiale. E' facile puntare il dito su di una donna che ha un modo di condurre l'esistenza tutto suo. Che è molto più ben disposta a lasciarsi andare alla passione fisica piuttosto che alla ricerca di un contatto emotivo con la figlia, il marito o la suocera. Eppure, Viola non può fare a meno di invidiare Carlo e Luce (il marito e la figlia) che riescono ad instaurare un rapporto complice e fantastico, cosa che a lei riesce plausibile solo con la sua amica di infanzia. Non che questo non le basti, ma è evidente che la sua amica, Angela, riesce a capirla perché riesce a non giudicarla. A guardarla per quella che è, e a cercare in lei la sua forza. Una cosa ben insolita per Viola, abituata a lasciarsi trascinare, a lasciarsi cullare e a rimanere sola con i suoi pensieri. Questa protagonista, impenetrabile all'amore infinito di suo marito, ha comunque dei sentimenti, se quanto schermati dalla sua ermetica personalità.Si tratta quindi, di un romanzo sensazionale, travolgente, scorrevole, con una protagonista fragile avente una storia probabilmente comune, ma difficile da digerire. Condannabile direi, per chi non sa ammettere che la vita è fatta anche di questo, e per chi non sa ammettere che esistono gli errori ma anche i riscatti, le espiazioni, i dolori... Che non inducono necessariamente al perdono o alla pietà, ma all'accettazione che c'è altro all'infuori del nostro modo di vivere la vita, e c'è ancora dell'altro da guardare senza per forza soffermarsi solamente sulle colpe delle persone. Se davvero siamo umani, sono altrettanto umani gli errori che commettiamo e, spesso, non sono tutti gli errori di una vita di una moglie infedele e una madre in disparte a cancellare l'amore che i familiari possono provare verso di noi.

Mi vergogno un po ad ammettere che non leggo abbastanza spesso opere di autori italiani a noi contemporanei. Ne ho avuto una gran bella sorpresa. La Giunti ha investito bene su quest'autrice, e se dovessero esserci altre pubblicazioni non mancherò di seguirle. La forma scritta entra dritto in testa, ogni frase si fa immagine e senza troppi fronzoli ti porta con sé, nella sua storia. Una storia di piccoli episodi di vita che diventano improvvisamente significativi, ti fanno riflettere e ragionare sulla psiche umana, perché nulla di quello raccontato è un di più o è lasciato al caso. La storia è trapuntata di tanto in tanto da piccole perle di saggezza. Da aforismi dell'autrice stessa, in cui approfondisce il significato delle esperienza umana, attraverso cui ogni lettore può immedesimarsi.

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